Carlo Cecchi, in due atti composti da Eduardo de Filippo, offrirà al pubblico del Teatro Franco Parenti due opere distinte: in Sik Sik ritroviamo tutto lo sprezzante realismo del drammaturgo napoletano e il teatro come metafora della vita. In Dolore sotto chiave De Filippo gioca con la morte, la ridicolizza, la esorcizza ridendoci e facendoci ridere sopra.
Nasce come dramma per la radio nel 1958 e gioca sulle situazioni grottesche e sul senso di morte. Questo gioco, ridicolo e beffardo, è il modo di De Filippo per esorcizzare il fine vita: cercare di negarla, non riconoscerla, significa negare la vita stessa.
Personaggio tragico e comico allo stesso tempo, Sik Sik è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera, all’ultimo momento, è costretto a sostituire la spalla con il primo malcapitato. La vicenda umana e comica dell'illusionista diventa il modo di raccontare il retrogusto amaro del fallimento.
Di Viola Francini
© myMilano - Riproduzione riservata
Aggiornato il: 08/03/2022 12:11:59