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18/04/2021
Siamo nel cuore di Milano. Nel cuore della nostra città. Oggi vi parlo di uno dei luoghi più curiosi e allo stesso tempo inquietanti della città: San Bernardino alle Ossa. Già dal nome possiamo comprendere il mistero e la particolarità. Ci troviamo in Piazza Santo Stefano, non nella chiesa più grande, ma in quella piccola, nascosta dagli alberi.
Milano ha davvero molteplici luoghi enigmatici, misteriosi, ed affascinanti. Oggi vi racconto di uno dei luoghi più tetri della città.
Torniamo indietro nel tempo: 1127. Un cittadino milanese Gottifredo De Busseri fondò l’ospedale di San Barnaba in brolo. Questo luogo divenne un vero e proprio rifugio per i trovatelli della città.
A questo, nel 1150 si aggiunse l’ospedale di Santo Stefano alla ruota. Davanti alla basilica di Santo Stefano maggiore fu edificato un cimitero per accogliere i corpi dei defunti. Un cimitero però troppo piccolo e inadeguato per le esigenze dell’ospedale.
Nel 1210 quindi fu costruita una camera destinata ad accoglierle le ossa provenienti dal cimitero. Di fianco a questa costruzione, nel 1269, sorse una piccola chiesa dedicata a Maria Addolorata e ai santi Ambrogio e Sebastiano.
Nel XV secolo il santuario fu dedicato a San Bernardino da Siena a cui si ispira l’ordine dei Disciplini.
La loro dottrina può risultare abbastanza inquietante, esattamente come il loro modo di vestire. Cappucci con solo due fessure per gli occhi, saio di lana e teschio appeso al cordone. Abbastanza inquietante diremmo oggi!
Culto dei morti e autoflagellazione accompagnavano le preghiere. E chi se non quest’Ordine poteva custodire l’ossario dell’ospedale del Brolo e la piccola chiesa annessa quando, nel 1642, il campanile di Santo Stefano crollò trascinando entrambi gli edifici alla distruzione.
La ricostruzione della cappella-ossario è sicuramente inquietante, ma anche unico e memorabile.
Cosa la rende unica nel suo genere? Decorazioni di teschi e vertebre, porte incorniciate da femori e ulne. Non sto scherzando: teschi e ossa sono vere!
Le pareti e i soffitti ricoperti da teschi e ossa, in uno stile unico.
Ogni singolo dettaglio ci ricorda la caducità della vita.
San Bernardino alle Ossa per alcuni può sembrare il set di un film dell’orrore, per altri un vero e proprio capolavoro.
La volta è affrescata da Sebastiano Ricci, precursore del Tiepolo, che introduce la pittura veneta barocca a Milano.
L’affresco ritrae l’ascensione delle anime purganti al paradiso. Un “Trionfo di anime in un volo di angeli”.
La domanda però sorge spontanea: a chi appartengono realmente i resti che decorano l’ossario?
Suggestioni, leggende e credenze religiose. Quanto ruota intorno a questo luogo del mistero. Nei secoli si sono susseguite diverse storie. Dalle ossa di martiri cristiani guidati da Sant’Ambrogio in battaglia contro gli ariani e morti sul campo ad altre leggende che accompagneranno per sempre questo posto.
L’ipotesi più probabile rimane però la stessa: le ossa provengono dal vecchio cimitero dell’ospedale del Brolo.
Le ossa dei defunti dell’ospedale servirono a ricoprire le pareti del nuovo ossario. Inquietante, tetro, macabro? Sicuramente Sì. Io lo trovo comunque affascinante e da ammirare.
Curiosità: L’ossario attirò a sé frotte di curiosi. Un giorno, il Re del Portogallo, Giovanni V, rimase davvero colpito di fronte ad una simile costruzione. Cosa fece? Lo replicò!
Il Re fece quindi costruire la San Bernardino alle Ossa portoghese. Vicino a Lisbona, sorge infatti la Capela dos Ossos.
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