I nostri consigli
Editore : All Around
Pagine: 300
Euro: 15,00
Lo so che le mie recensioni appaiono su una testata che reca nel suo nome la parola “Milano” però questa volta voglio segnalare un volume che parla di Roma, non la Roma di oggi, ma la Roma papalina, quella che tutti conosciamo attraverso i libri e anche i film. E’ un libro che si gusta proprio come una pellicola e non escludo che in futuro possa diventare una serie. Sto parlando del romanzo di Rosella Bennati “L’ultima duchessa in Campidoglio” che ci immerge nel clima della Roma dell’ottocento, facendoci rivivere le vicende di Vincenza, popolana che sposò il duca Baldassarre Caffarelli e ne ereditò il Palazzo. La vita di Vincenza attraversa decenni di storia romana, dai moti carbonari alla repubblica romana, in una città ancora nelle mani dei Papa re, che vivono i loro ultimi anni di potere.
La protagonista del romanzo è donna schietta e pragmatica, appassionata e coraggiosa, una donna che sembra anticipare i tempi con il suo modo di affrontare la vita senza perdersi d’animo, pervasa da un istintivo senso d’indipendenza. La figura di Vincenza sembra pensata per una sceneggiatura, appassionante il suo modo di contrapporsi al potere, autoritario e maschile, anteponendo esclusivamente la sua intelligenza e la sua innata furbizia proletaria. Attorno a lei vengono pennellati altri personaggi tipici dell’epoca: il duca Baldassarre, nobile romano annoiato, pigro e con il vizio del gioco, attratto dalla fresca vitalità di Vincenza, e poi tante altre figure che sembrano uscire da una stampa d’epoca; dal cameriere del duca, timoroso di perdere il suo posto, al cognato di Vincenza con dichiarate simpatie carbonare. Sullo sfondo delle vicende c’è il Palazzo Caffarelli, dimora secolare dei nobili romani, che viene venduto da Vincenza ( ormai Duchessa)) al re di Prussia, futuro imperatore di Germania, e diventa così un cavallo di Troia teutonico nel cuore di Roma. Il Palazzo torna ai romani solo dopo la sconfitta dei tedeschi nella prima guerra mondiale, e viene semidistrutto dal Comune di Roma per essere poi trasformato in un museo cittadino. Perché questa distruzione? Apparentemente per ritrovare i resti del sottostante Tempio di Giove Capitolino, ma forse anche per una sorta di damnatio memoriae del luogo che aveva visto l’imperatore di Germania sedersi su un trono illegittimo.
Oltre al Palazzo, fa da sfondo al romanzo la piccola Roma di metà ottocento, la Roma sparita di piazza Montanara e delle stradine del Rione Monti, la Roma dei mestierini di strada, dallo scrivano al barbiere con la meluccia, un mondo ormai scomparso che rivive nelle pagine della Bennati con una vivacità permeata da affetto e da una lieve ironia.
L’autrice ripercorre le vicende sulla base di rigorose ricerche storiche, ma vi inserisce anche come contrappasso la storia di fantasia di un’archeologa dei giorni nostri che ritrova un misterioso diario della duchessa Vincenza: un escamotage letterario che contribuisce a dare ritmo al romanzo, e che crea una sorta di confronto tra due donne, una vissuta nel diciannovesimo secolo e l’altra due secoli dopo.
Il romanzo appassiona e, ripeto, lo si legge “come un film”: i caratteri dei personaggi si delineano attraverso dialoghi e situazioni, con il sottofondo della storia che interagisce con le loro vicissitudini. Una sceneggiatura, oltre che un romanzo storico che non mancherà di trovare lettori appassionati.
di Marco Mottolese
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Aggiornato il: 28/06/2022 11:30:16