I nostri consigli
Edizioni LUISS UNIVERSITY PRESS
EURO 10,00
Ci sono libri ad effetto matrioska; giri la pagina e l’argomento precedente si espande in quello successivo e così il testo si aggrappa saldamente ad un fil rouge che traina, chi legge, verso le pagine successive, come se quel libro fosse impregnato di Connessina, la proteina che lega e mette in contatto tra loro le cellule. Questo l’effetto prodotto da “L’innovatore rampante”, di Andrea Prencipe e Massimo Sideri, un testo che si arrampica sulle spalle di un gigante, Italo Calvino, per poter guardare ancora un po’ più in là, se non oltre. Sulla quarta di copertina c’è una frase che suona come un avviso: “Calvino dimostra che anticipare il futuro non è impossibile”, parole che potrebbero sembrare ad effetto ma che poi, nel corso della lettura, si svelano per quello che significano effettivamente: nel suo “Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio” vengono raccolte alcune lezioni preparate dallo scrittore in vista di un ciclo di sei discorsi da tenere all'Università di Harvard per l'anno accademico 1985-1986. Fu pubblicato postumo nel 1988. Prencipe e Sideri lo rileggono - “sfruttano” il giacimento, verrebbe da dire – arricchiti ed ammantati dalla lungimiranza dell’autore, così svelandoci che “anticipare il futuro” è possibile, se si è rabdomanti mentali del livello di Calvino. Ci siamo da più di vent’anni in quel “prossimo millennio” del titolo ed è giunto il momento, secondo gli autori, di valutare quanto Calvino lo avesse davvero pre-visto, il futuro.
Prencipe e Sideri, il primo Rettore della Luiss, il secondo firma del Corriere della Sera, esperto di innovazione, uniscono la loro passione per il futuro che avanza e dilatano i punti di vista de “Le lezioni” usando come detonatore, appunto, il testo calviniano. Anzi, più che il testo, la testa, perché sono molteplici i riferimenti allo scrittore che intersecano le pagine rimescolando le carte e dando continuamente slancio alla lettura. I capitoli, che sfacciatamente riprendono il nome di quelli dati da Calvino - o da chi lavorò alla pubblicazione dopo la sua scomparsa - sono davvero una sorta di prosecutio ideale di quanto pensato dal grande scrittore de “ il barone rampante” ed è come se, all’interno del loro testo, gli autori ci spingessero a comprendere meglio non solo l’originale ma, nel loro aggiungere spunti e contenuti, l’attualizzazione dei concetti calviniani alla luce di quanto accaduto dalla metà degli anni ’80 ad oggi. Sarà per l’attitudine accademica del Rettore o per la capacità divulgativa dell’editorialista, ma il libro è una semina costante di consigli, ipotesi, scintille, che non possono che far bene a qualsiasi giovane studioso a cavallo tra studio e lavoro. Oppure a un curioso, che qui non può che sfogarsi. Nella “matrioska” troverete citazioni, neologismi, passaggi e ragionamenti lampanti che lasciano il segno; il libro è uno scrigno che appena lo sfogli fa uscire l’Aladino innovativo, colui che pensa che “la trasversalità disciplinare, culturale, linguistica insita nella natura del fenomeno innovazione attraversa leggerezza e molteplicità, esattezza e rapidità, visibilità e coerenza”; dunque Calvino, anticipatore, esploratore e costruttore del possibile. Ho amato, del libro, proprio questa trasversalità dove i due autori pescano nel profondo lago che è il testo calviniano per portare alla luce ciò che essi sanno meglio maneggiare per offrirlo a loro volta generosamente senza mai pretendere di salire in cattedra; infondo anche Calvino le scrisse ma non ebbe tempo per trasformarle in vere “Lezioni” orali, e attivare quel filtro di un’aula gremita ove le parole assumono una eco diversa. Vorrei dare un consiglio a chi si appresta ad acquistare “L’innovatore rampante”: prima di iniziare a leggere dotatevi di una matita e tenetela sempre vicino al libro, perché sembra essere pubblicato per essere annotato e ogni annotazione vi sarà utilissima il giorno dopo. E forse anche negli anni a venire.
Ps: Libro nel libro, l’introduzione di Luciano Floridi, filosofo che ci induce a riflettere. Termina così: “Giocare con le idee con grazia era quello che Calvino sapeva fare con maestria eccezionale, e che riesce bene anche agli autori di questo libro”. Concordo.
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Aggiornato il: 21/06/2022 10:30:10