Fino al 5 dicembre 2021
La rassegna, promossa e organizzata da Milano Check Point con il supporto di ALA Milano Onlus, Anlaids sez. Lombarda, ASA Milano Onlus, CIG - Arcigay Milano, Fondazione LILA Milano Onlus e NPS Italia Onlus e Simit Lombardia, presenta documenti d’archivio, manifesti, opere d’arte, campagne pubblicitarie che raccontano la grande rivoluzione della cura e dello sviluppo della ricerca scientifica che, grazie ai movimenti di resistenza della società civile, ha visto radicalmente modificato il proprio corso a cambiare l’approccio verso una medicina partecipata e di prossimità.
Il percorso espositivo si apre con la copia del quotidiano newyorkese da cui si snoda una narrazione attraverso materiali d’archivio provenienti dalla Fondazione Corriere della Sera e da quelli delle associazioni milanesi particolarmente attive nella lotta contro l’AIDS. Una galleria con i volti di personaggi quali Rock Hudson, Pier Vittorio Tondelli, Freddie Mercury, Magic Johnson, Bruce Richmann, Gareth Thomas e molti altri che hanno contribuito, ciascuno a modo suo con la loro immagine e con la loro storia personale, a definire un salto verso l’autodeterminazione e verso l’abbattimento dello stigma che ancora oggi pesa sulla vita delle persone che vivono con HIV, fa da cerniera alla sezione della mostra in cui le opere d’arte si intrecciano al racconto.
Qui si trovano i ritratti dell’artista americano Larry Stanton realizzati nel 1984 poco prima della sua morte o Last Night I took a man di David Wojnarowicz, vera e propria poesia visiva con un forte impatto di denuncia politica e di rivendicazione corporea, o ancora “AIDS: You Can't Catch It Holding Hands” di Niki de Saint Phalle.
Anche la comunicazione visiva si fa coinvolgere con le campagne pubblicitarie di Benetton, dedicate all’AIDS, firmate da Oliviero Toscani e con la fotografia di Therese Frare scattata all’attivista David Kirby, che si rese disponibile a essere immortalato negli ultimi momenti della sua vita come estremo gesto politico. Uno spazio particolare è dedicato all’installazione immersiva del Names Project AIDS Memorial Quilt. ll progetto, nato da un’idea di Cleve Jones, prevedeva la realizzazione di pannelli di stoffa su cui erano impressi pensieri e disegni per commemorare amici e familiari scomparsi che, proprio perché morti di AIDS, avevano difficoltà a ricevere i funerali.
La rassegna prosegue con la documentazione della performance I Miss You di Franko B, insieme a una selezione di sue fotografie, che eleva una voce di protesta attraverso l’esposizione del corpo nudo, e si chiude con una sezione dedicata alla rappresentazione visuale degli studi scientifici Partner 1 e 2, pubblicati nel 2016 e nel 2019, che dimostrano quanto il rischio di trasmissione nei rapporti sessuali non protetti con persone HIV positive in trattamento sia ZERO. 40 anni positivi propone anche uno spazio sonoro, realizzato attraverso due opere audio e la composizione dei diversi documenti audio-video, come i preziosi documenti provenienti dall’Archivio GLBT Historical Society.
La mostra 40 anni positivi. Dalla Pandemia di AIDS a una generazione HIV free è in essere fino al 5 dicembre 2021 ai Frigoriferi Milanesi | Sala Galleria in via Piranesi 10 a Milano dal mercoledì al venerdì con orario 15:00-20:00, mentre nel weekend 10:00-20:00. L’ingresso è libero e per prenotarsi scrivere una mail qui.
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Aggiornato il: 24/11/2021 08:15:37
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